LA STORIA OLTRE IL VALORE

Dopo diverse settimane di calure estive siamo tornati come i segugi a caccia di biciclette o accessori che meritano le dovute attenzioni in quanto essi narrano una storia.
Il nostro fiuto ci ha fatto stanare una bicicletta che ci aveva beffato anni fa proprio come una vecchia lepre fa con i segugi novelli, e quindi ci siamo ripromessi di doverla ritrovare.
La preda in questione è una Gitan a freni interni; so che gli appassionati di biciclette esempi così ne hanno visti davvero tanti e quindi concentrano gli sforzi verso modelli più prestigiosi delle più blasonate case: Bianchi, Maino, Taurus ecc. tuttavia secondo noi questa bicicletta è in grado di esprimere un qualcosa di diverso.
Per comprendere meglio il periodo storico di realizzazione mettiamo indietro gli orologi di 77 anni e portiamoci al 1945, anno in cui cessa il secondo conflitto mondiale il quale ha devastato il paese e anche il tessuto sociale.
Grazie però al “European Recovery Program” varato nel 1947 dagli USA meglio conosciuto come piano Marshall le fabbriche e l’economia italiana stessa sono in grado di ripartire e con esse tutto il paese, questo è stato possibile grazie al grande aiuto economico (1.207.000.000 $) unitamente alla voglia di costruire qualcosa di buono e di duraturo.
Grazie al piano di aiuti il territorio nazionale centro-settentrionale viene popolato da una serie di attività che vogliono compiere il grande passo; ossia passare da semplici artigiani a medio-piccoli industriali, gli esempi che si possono fare sono moltissimi e non sono solo legati al mondo delle biciclette ma anche ad elettrodomestici, automobili, ecc.
La fabbrica che ha realizzato il modello oggetto di analisi è la Gitan che aveva sede in Caorso in provincia di Piacenza, il nome della fabbrica è dovuto all’acronimo del suo fondatore Gino Tansini e non c’entra assolutamente nulla con il più famoso marchio francese Gitane.
La particolarità di questo modello è il fatto che nonostante le modeste dimensioni dell’azienda in questione la bicicletta non ha nulla da invidiare ai più famosi marchi ciclistici, anzi, cerca di imitarli copiando alcune caratteristiche stilistiche come l’utilizzo dei freni interni a scomparsa celati all’interno del telaio.
La produzione rispetto ai colossi come la Bianchi era infinitamente più limitata ma la voglia di stare al passo con i migliori era altissima, tanto che le i modelli di freni interni prodotti dalla Gitan erano ben due:
– un modello più basilare dotato di freno interno anteriore e freno semi-interno al posteriore con telaio a congiunzioni visibili,
– il modello di punta era invece dotato di freni completamente interni e telaio a congiunzioni invisibili.

Oggigiorno possiamo assumere che gli sforzi fatti per avere a catalogo uno o più modelli con freni interni (o semi-interni) sarebbe a livello motoristico come proporre un modello di auto equipaggiato con un motore dotato di sei o più cilindri.
La Gitan è solo una delle tante marche che si cimentava in questi esercizi meccanici e anche se il valore economico oggi resta piuttosto modesto il valore storico a nostro avviso è molto alto perché questi oggetti racchiudono nella loro anima una storia legata alla voglia di costruire e all’ingegno che hanno segnato la prosperità del periodo post-bellico.

 

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