La nostra mission
“Attraverso oltre 200 modelli vogliamo farvi conoscere gli oltre 200 anni di storia del velocipede.
La collezione, suddivisa in 15 sezioni, vi farà ripercorrere, in modo filologico, l’intera evoluzione tecnica dalle origini sino agli anni ’40 per le bici da turismo e agli anni ’50 del novecento per le bici da corsa.
Grande attenzione abbiamo dedicato alla conservazione ed ai restauri effettuati nel nostro centro di restauro
In tanti anni di appassionata ricerca ci ha guidato una sola consapevolezza: noi siamo i possessori momentanei di questi tesori, la nostra mission è solo ed esclusivamente quella di conservarli e salvaguardarli per lasciarli alle future generazioni nel pieno rispetto della loro storia.
Buon viaggio”
Alfredo & Carlo Azzini
L’inizio
Velocipedi e Biciclette Antiche – Collezione Privata A & C Azzini
In quella data andai dal ciclista del paese, dove tutt’ora dimora la nostra collezione, a ritirare il regalo di compleanno che mio papà mi fece: una Triumph Imperial Oil Bath, usavo questa bicicletta solo per andare a bere il caffè domenicale successivamente veniva spolverata e riportata a dormire sotto la sua coperta per essere pronta ed efficiente per la settimana successiva.
Da lì tutto ebbe inizio, l’acquisto successivo nel 2009 fu una Maino, sempre a leve rovesce, alla mostra scambio di Cremona e poi dopo qualche settimana un Taurus 19, in poco tempo il numero aumentò fino a circa una ventina di biciclette.
La prima mostra inerente alle bici d’epoca che organizzammo si tenne in occasione del mercato del lunedì dell’Angelo, fu un doppio successo in quanto l’afflusso di persone era eccezionale e loro stesse ci proponevano di ritirare alcune delle bici non più utilizzate che avevano nei posti più disparati: solai di cascina, cantine, garage ecc.
Passammo quindi da acquisti di singoli mezzi in buone condizioni a acquisti di lotti formati da biciclette che necessitavano di pesante manutenzione straordinaria e restauro conservativo o integrale.
Nel maggio 2010 iniziammo quindi a cimentarci nel recupero di questi mezzi nel garage di Augusto, la prima ad uscire dal ciclo di restauro fu una Taurus modello 19 seguita a ruota da una Bianchi Folgore del 1941.
Il garage di Augusto era in una via sterrata di Soresina, all’apparenza poteva sembrare un comune box per auto ma quando quel portone scorreva verso l’alto il garage era in realtà un’officina a tutti gli effetti fornita di tornio, fresa, banco da lavoro e tutti gli strumenti necessari utili anche per la messa appunto delle motociclette.
Il tempo passava e l’inverno si faceva sempre più pungente, tant’è che nelle prime settimane di ottobre del 2010 decidemmo di aprire, con l’aiuto di Augusto, una nostra officina (officina della ruggine) interna dedicata al recupero delle bici trovate in condizioni pietose nei vari acquisti dei lotti.
Spesso e volentieri io e Augusto andavamo a caccia di componenti mancanti, nei meratini specializzati, utili a terminare i restauri oppure ci dedicavamo anche a attività più ordinarie come il ritiro dei telai verniciati a Caorso dal Sig. Finali e al ritiro delle parti galvanizzate presso la cromatura Elia di Lodi, dove facevamo tappa obbligata per un bicchiere di vino bianco alla famosa osteria L’Antica Barca a Cavenago.
I restauri delle biciclette più importanti richiedevano il dispiegamento di persone che fornivano materiale speciale e consulenze: uno di questi è Mario che grazie al suo precedente lavoro non faticava a procurarci trafilati speciali di acciaio, oppure Silvio che grazie alla sua esperienza nel mondo degli stampi di plastica ha maturato esperienza per la micromeccanica utile alla messa in fase delle biciclette.
Ma la domanda che sorge naturale è: e dopo le biciclette dove vanno?
Dal 2013 sino alle prime settimane di marzo 2014 io, mio padre e i tre amici: Omar, Claudio e Mario ci siamo dedicati al recupero degli spazi interni di una ala del palazzo non più in uso facendola diventare uno spazio attrezzato che accoglie oltre 230 velocipedi.
Tutt’oggi le attività di recupero proseguono grazie all’aiuto di Silvio e agli insegnamenti di Augusto Colla che ci ha lasciati nell’agosto del 2015, internamente abbiamo sviluppato le capacità tecniche e costruito ex-novo gli strumenti per fronteggiare i restauri, in special modo quelli dedicati alle bici a freni interni come Bianchi R Super e i vari modelli Taurus.
Noi pensiamo che il mondo delle biciclette sia affascinante non solo per la bellezza dei mezzi in sé ma anche per le persone che abbiamo incontrato lungo questo percorso che dura ormai da 11 anni; e come dice Rick Harrison titolare di un negozio di pegni a Las Vegas: “non sai mai cosa entrerà da quella porta…“.
La nostra storia
La Collezione dei Velocipedi e delle biciclette antiche prende avvio dalla passione per la storia e per la meccanica di Alfredo e Carlo Azzini, padre e figlio.
Alfredo da sempre appassionato di motori, dal 1987 diviene collezionista di auto d’epoca ed estimatore della “bella meccanica”.
Nel 1996 entra in famiglia la prima bici bicicletta d’epoca e dal 2007 Carlo intensifica la ricerca e la raccolta di velocipedi.
L’esigenza di restauri condotti nel pieno rispetto della qualità, tipologia e correttezza dei materiali impiegati in origine, ha imposto di attrezzare, già dal 2008, un centro di restauro per poter garantire il rispetto dell’originalità del velocipede.
Nel 2014, dopo il recupero di una cospicua parte dello storico palazzo, la raccolta di velocipedi viene organizzata in forma museale dando luogo alla:
Collezione velocipedi e biciclette antiche A. & C. Azzini
che si è subito distinta per il grande rispetto filologico della storia della bicicletta.
Oggi la collezione è un punto di riferimento degli appassionati ed accoglie e propone eventi turistici, sportivi e culturali. Nella stagione estiva nell’ampio cortile sono organizzati appuntamenti culturali di notevole interesse.